ELP


progetto di creazione

concept Paola Bianchi
artisti coinvolti Fabrizio Modonese Palumbo, Paolo Pollo Rodighiero, Nicola Amato, Marta Bichisao, 5 giovani danzatrici/danzatori
staff scientifico Laura Gemini, Giovanni Boccia Artieri, Anna Paola Lovisolo, Alessandro Pontremoli
sguardo esterno Ivan Fantini
residenze nell'ambito del progetto residenze coreografiche Lavanderia a Vapore; Teatro G.Villa, San Clemente - Città Teatro
coproduzione Agar, PinDoc, Teatri di Vetro, Teatro Akropolis

Ethos inteso come “modo di essere”, un “come”.
Logos è formato dalla radice indoeuropea leg il cui significato originario è raccogliere. Lo intendo qui con il suo duplice senso di parola e ascolto.
Pathos come forza emotiva.
Queste tre entità senza corpo saranno la guida aesthetica per un progetto che vede il corpo come estremo protagonista anche nella sua assenza.

Come posso creare una coreografia senza corpo che generi una incorporazione del movimento in chi ascolta? Cosa genera la descrizione verbale di una coreografia nel corpo di chi ascolta? E se quella descrizione viene incarnata, quale movimento viene generato?
Distinguo incorporare (ricevere, assorbire) da incarnare (far entrare nella carne) dove il primo è il risultato di un processo immaginifico nel corpo di chi ascolta – processo che non prevede un movimento del corpo -, l’altro è l’azione corporea che risulta dall’agire il movimento.
Dagli esperimenti compiuti in questi anni ho imparato che la descrizione di una postura o di un movimento, per quanto precisa e meticolosa, genera sempre un’interpretazione personale e singolare del movimento, sia quando questo viene incarnato sia quando viene incorporato attraverso una modalità di puro ascolto. L’ascolto del movimento può portare a una visione del proprio corpo in movimento attraverso una sorta di immaginazione muscolare (io che ascolto divento il corpo descritto in voce, ne incorporo il movimento attraverso la mia immaginazione).
L’incarnazione della descrizione di un movimento genera una personale e unica interpretazione legata alla capacità di ascolto, alle potenzialità e alla forma del corpo che agisce. Questa modalità di messa in moto del corpo risulta essere un veicolo di attivazione della creatività individuale e provoca una modalità di ricerca di qualità del movimento senza un modello prestabilito da seguire - l’imitazione cede il passo all’interpretazione. Eliminando il corpo del maestro come modello da seguire e imitare si attiva una modalità di ricerca unica per ogni corpo.
Da qualche anno la mia ricerca si è concentrata sulla parola an-emozionale come mezzo di “visione incorporata” e di “trasmissione” della danza. Il progetto ELP è l’occasione per indagare a fondo la relazione tra parola an-emozionale e movimento coreografico.
Per parola an-emozionale intendo una parola che non porta in sé emozioni nella voce di chi parla (interpretazione priva di modulazioni emotivo-sentimentali) e allo stesso tempo non descrive emozioni. Proprio grazie all’assenza di emozione questa stessa parola può e “deve” a sua volta creare emozione. 
Breve sequenza di parole an-emozionali:
Ho le braccia lungo i fianchi, i piedi paralleli. Le braccia si alzano piegate, la destra più indietro della sinistra, la testa guarda in alto, la parte alta della schiena è arcuata. Ritorno nella posizione di partenza con le braccia lungo i fianchi, i piedi paralleli.” 
Questo semplice movimento viene interpretato in modi diversi, tanti quante sono le persone che lo incarnano. Allo stesso tempo però l’estrema somiglianza delle varie posture racchiude in sé un’interessante aderenza oggettiva nel passaggio tra le esperienze dei corpi, un metodo che, eludendo il corpo del maestro come modello da imitare, paradossalmente ne acuisce la consonanza aprendo le porte al senso del movimento stesso.

Due aspetti risultano particolarmente necessari di indagine: da un lato l’effetto della parola descrittiva del movimento coreografico sul corpo di chi da spettatore diventa uditore della coreografia, dall’altro l’incarnazione e quindi l’interpretazione del movimento descritto in danzatori e in non professionisti. 

Il progetto ELP si avvale dell'apporto scientifico dei sociologi della comunicazione Laura Gemini e Giovanni Boccia Artieri, della psicologa Anna Paola Lovisolo e dello studioso di danza Alessandro Pontremoli. La scelta di queste discipline nasce dal desiderio di indagare a fondo il tema analizzandolo da diversi punti di vista.

Il progetto si sviluppa a tasselli, moduli componibili:


ENERGHEIA
solo anatomico
coreografia e danza Paola Bianchi
musiche composte ed eseguite dal vivo Fabrizio Modonese Palumbo
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero

Energheia, parola inventata da Aristotele, sta a indicare l’atto di trasformazione, l’essere in opera. Accanto alle attività che producono opere, ve ne sono altre senza opera in cui l’energheia è soggetto stesso (ad esempio la danza). L’energheia, intesa come operazione perfetta, è senza opera e ha il suo luogo nell’agente.
Incentrato sulle trasformazioni del corpo, il lavoro pone particolare attenzione all’anatomia e alla vicinanza dello sguardo. Una coreografia di pelle, una poetica del corpo muto – così come Enrico Piergiacomi ha definito il mio lavoro (20/09/18 su doppiozero.com). Verrà esclusa la frontalità per aprire le porte a una visione disomogenea e senza un punto di vista privilegiato. 


THE UNDANCED DANCE
coreografia verbale 
coreografia Paola Bianchi
registrazione ed elaborazione suono Nicola Amato

Parte dell’azione coreografica di Energheia sarà descritta verbalmente e registrata in voce per generare l’audiodramma coreografico The undanced dance. Si lavorerà inoltre sulla registrazione del suono del corpo in movimento nello spazio e del suono del corpo stesso durante l’azione coreografica (es: battito cardiaco).
Possibile modalità di ascolto di tipo immersivo: stanza buia con cuscini e tappeti a terra / corpo in abbandono / ascolto individuale con cuffie senza fili.
Criticità: genere maschile/femminile nella descrizione e nella voce. 
Possibilità di proporre un primo ascolto al buio e un secondo ascolto in luce per chi desiderasse provare ad agire la coreografia. 


EKPHRASIS 
elaborazione della coreografia con danzatrici e danzatori 
coreografia Paola Bianchi
in collaborazione con le danzatrici e i danzatori coinvolti
musiche Fabrizio Modonese Palumbo
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero

 “Nella retorica antica il procedimento descrittivo dell’ekphrasis era una competizione tra linguaggi, ma anche una competizione tra tecnici della comunicazione. L’oratore invitava gli ascoltatori a ricreare nella mente, ascoltando il suo discorso, un’azione immaginata o un’opera d’arte, per affermare la potenza della parola. In qualche caso sfidava immagini visibili e invitava il pubblico a chiudere e riaprire gli occhi per paragonare la potenza descrittiva del discorso verbale all’efficacia della composizione figurativa.” (Raimondo Guarino)
Parti dell’audiodramma coreografico verranno “consegnate” a giovani danzatrici e danzatori professionisti - individuati tramite call pubblica - che incarneranno le posture e le azioni generando una nuova struttura coreografica individuale e collettiva le cui direzioni spaziali e variazioni verranno indagate sotto la mia supervisione. L’indagine verte a generare uno spettacolo con una modalità di creazione che esclude il corpo del maestro come veicolo di trasmissione del movimento. La genesi di EKPHRASIS sta a sottolineare la funzione della descrizione dell’opera sull’incarnazione personale di chi ascolta; un processo che nasce dal mio corpo ma prende forma nel corpo di chi ascolta il mio corpo in movimento. 
Si prevede il coinvolgimento di un numero minimo di 5 danzatori/danzatrici.


CREPUNDIA
laboratorio e performance con bambini dai 6 ai 10 anni
conduzione laboratorio e coreografia Paola Bianchi
musiche Fabrizio Modonese Palumbo
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero

Fase di sperimentazione della trasmissione del movimento attraverso la parola con bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni. 
Crepundia – da crepo “faccio rumore” - è il termine latino che sta a indicare ogni piccolo giocattolo. Un giocattolo rumoroso, così immagino questo piccolo esperimento con i bambini. Il laboratorio potrà concludersi con una restituzione pubblica.


ESTI
azione pubblica con non professionisti
conduzione laboratorio e coreografia Paola Bianchi
musiche Fabrizio Modonese Palumbo

ESTI può essere rivolto a:
  • - studenti delle scuole superiori
  • - studenti universitari
  • - adulti
  • - ipovedenti e non vedenti*
Esti, in greco antico è la forma della terza persona dell’indicativo del verbo essere. Una affermazione, una dichiarazione di esistenza, una asserzione apofantica.
Le indicazioni verbali verranno semplificate e “consegnate” a un gruppo di persone che vorrà mettersi in gioco per la creazione di una azione pubblica. È previsto un laboratorio con i partecipanti finalizzato a un’azione pubblica in spazi non teatrali.

ESTI
* laboratorio rivolto a ipovedenti e non vedenti
conduzione laboratorio e coreografia Paola Bianchi
assistente Marta Bichisao
musiche Fabrizio Modonese Palumbo
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero

Il laboratorio intende indagare la possibilità di trasmissione del movimento nella più completa assenza di visione di colui che trasmette. Il corpo del maestro e il suo modo di muoversi nello spazio, anche in assenza di azione coreografica, possono infatti trasmettere una qualità di movimento. Cosa accade quando la possibilità di visione viene a mancare completamente? 
Il laboratorio potrà concludersi con una restituzione pubblica o una performance.


BLOG ELP
Molto spesso l’elaborazione di una coreografia e soprattutto la metodologia utilizzata rimangono nascoste nelle pieghe dei dispositivi utilizzati senza condivisione collettiva. La creazione di un blog dedicato al progetto ELP intende aprire le porte a nuovi scambi e relazioni con coreografe/i, danzatrici e danzatori anche geograficamente lontani bypassando uno dei fondamenti della trasmissione del sapere coreografico, ovvero la visione. 


AT THE END OF ELP, THE DANCED DANCE
scrittura coreografica collettiva 
La trasmissione della danza tramite la parola an-emozionale (descrittiva) valica ogni confine di spazio e di tempo. L’ultimo tassello del progetto ELP sarà quello di creare una coreografia condivisa con altre/i coreografe/i italiane/i o straniere/i basata su uno scambio di posture e azioni descritte, un palleggio di indicazioni verbali, un dialogo costruito sul movimento. Sarà come scrivere un racconto a più mani, in cui una frase seguirà e reagirà alla precedente creando nuovi stati del corpo e nuove immagini coreografiche, un botta e risposta generato e messo in atto dal corpo, una scrittura coreografica collettiva che nasce dall’ascolto.